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Tumore al seno e alimentazione, quello che dobbiamo conoscere!


Spesso non riusciamo a chiamarlo per nome, gli diamo appellativi come “un brutto male” o “la malattia”, perché dire cancro fa paura, fa tremare le gambe! Quando parliamo di cancro al seno, noi donne facciamo ancor più fatica a nominarlo, perché ci sentiamo toccate nel profondo della nostra femminilità, nel nostro essere donne, mogli, fidanzate, figlie e madri! Ho fatto molte ricerche così da riassumere e spiegarvi di cosa si tratta, di come prevenirlo, cercando di sfatare alcuni miti. Il tumore del seno (o carcinoma mammario) è una formazione di tessuto costituito da cellule che crescono in modo incontrollato e anomalo all’ interno della ghiandola mammaria e in stadio iniziale colpisce il tessuto adiposo del seno. Il tumore si può diffondere nelle immediate vicinanze ed estendersi ai tessuti sottostanti della parete toracica e quindi ad altre parti del corpo, parliamo così di tumore al seno metastatico o avanzato. Sia la prognosi che il trattamento sono influenzati dallo stadio in cui la neoplasia, ovvero il cancro, si trova al momento della diagnosi, ecco perché è fondamentale effettuare l’autopalpazione (a tal proposito vi lascerò delle immagini per aiutarvi a capire meglio come effettuare tale manovra di prevenzione). Ad oggi, le cause del tumore del seno non sono ancora ben conosciute. Tuttavia, sono stati associati alla malattia diversi fattori di rischio come:

  • Età: la maggior parte dei casi viene diagnosticata in donne di età superiore a 50 anni, in donne con prima gravidanza dopo i 30 anni, in soggetti in cui il menarca è comparso prima dei 12 anni oppure in donne in menopausa dopo i 50 anni;

  • Non aver avuto figli;

  • Familiarità: circa il 10% delle donne con tumore del seno ha più di un parente malato (soprattutto nei casi giovanili);

  • Estrogeni: l’uso eccessivo aumenta il rischio di sviluppare la neoplasia;

  • Predisposizione genetica: vi sono alcune mutazioni genetiche che predispongono a questo tipo di tumore, le più note sono quelle a carico dei geni oncosoppressori BRCA-1 e BRCA-2, da cui dipende il 50% circa delle forme ereditarie di cancro del seno. Va specificato che in questi casi si eredita la predisposizione alla malattia, non la malattia stessa;

  • Sovrappeso, obesità e dieta povera di frutta e verdura: è nota la correlazione tra obesità e incidenza del cancro del seno, soprattutto dopo la fine dell’età fertile. Diverse ricerche hanno rivelato che questo tipo di neoplasia è maggiormente diffusa presso le popolazioni che seguono una dieta ricca di grassi, mentre gli alimenti tipici della dieta mediterranea (olio d’oliva, pesce azzurro, frutta, verdura, cereali) hanno un’efficacia preventiva. Inoltre, l’obesità favorisce la progressione del cancro al seno attraverso una serie di meccanismi che portano all’aumento dell’infiammazione del tessuto adiposo sottocutaneo nella ghiandola mammaria, grazie alla secrezione di adipochine, molecole infiammatorie;

  • Stile di vita sedentario: l’attività fisica può ostacolare la formazione del tumore. Le donne che svolgono regolarmente sport presentano una riduzione del rischio di ammalarsi di circa il 15-20%. Questi effetti sono più evidenti in post-menopausa, ma il praticare sport fin dall’adolescenza è in grado di diminuire l’incidenza di tumori che poi si svilupperebbero al termine dell’età fertile;

  • Fumo e abuso di alcol.

Le opzioni terapeutiche, di cui ovviamente non mi compete la trattazione specifica, ma che per conoscenza vi accenno, includono: la chirurgia, la radioterapia, la chemioterapia, l’ormonoterapia e le terapie biologiche. Queste si possono usare da sole o in combinazione, in base allo stadio di avanzamento della malattia. Nella scelta del tipo di trattamento incidono anche l'età della donna e il suo desiderio di poter eventualmente avere dei figli dopo le cure. Alcune metodiche possono infatti indurre menopausa precoce, anche se la tecnica della crioconservazione degli ovociti prelevati prima dell’inizio delle cure assicura nuove prospettive per una gravidanza futura. Entrando nella trattazione più specifica dell’alimentazione correlata al tumore al seno, lo studio Epic (European prospective investigation into cancer and nutrition study) in cui ha partecipato anche l’Italia, ha dimostrato che sono le verdure a foglia verde come insalata, cicoria, bietole e spinaci le più efficaci nel ridurre il rischio di tumore del seno. Questo grazie alla loro ricchezza di antiossidanti che si concentrano appunto sulle foglie. Inoltre, nel caso delle verdure crude, si aggiunge anche l'effetto salutare dell'olio di oliva extravergine con cui sono condite.

Uno studio pubblicato su “American Journal of Clinical Nutrition” ha messo in luce come la soia, in particolare un suo composto, la genisteina, principale isoflavone apportato dal legume, avrebbe un’interazione diretta con i geni Brca, responsabili dello sviluppo della neoplasia nel 25-40% di tutte le forme ereditarie. Si è così visto che una dieta ricca di soia ha ridotto il rischio di sviluppare il tumore nelle donne sane portatrici dei geni mutati.

I benefici della soia sembrano essere legati ad una quantità di grassi trascurabile e una struttura degli isoflavoni molto simile a quella degli estrogeni, ormoni femminili. A differenza delle proteine di origine animale, soprattutto quelle derivanti dalle carni rosse, la cottura della soia non sprigiona ammine, idrocarburi policiclici aromatici e altri composti azotati, tutti considerati fattori di rischio per il cancro al seno. Interessante è il ruolo dei PUFA (acidi grassi polinsaturi), che troviamo in oli vegetali e frutta secca, nel prevenire il cancro al seno, grazie alla loro azione antinfiammatoria. Si è osservato una riduzione del rischio di sviluppare la patologia nelle donne in pre-menopausa in cui il consumo di omega 3 è più alto rispetto al consumo di omega 6 (pro-infiammatori). Infine, parliamo del latte e i suoi derivati: si è notato che le donne che consumano una o più porzioni al giorno di latte, o suoi derivati ad alto contenuto di grassi, hanno un rischio del 64% più alto di sviluppare in generale un cancro, ma soprattutto un aumento del rischio del 49% di sviluppare il cancro al seno. Al banco degli imputati troviamo il latte intero, ma anche il burro, le creme, i formaggi stagionati, il gelato e i budini. Sembra che gli estrogeni contenuti in questi alimenti siano un fattore di rischio per l’insorgenza e la recidività del cancro al seno, in quanto gli ormoni sessuali femminili sono presenti sempre in maggiori quantità nel latte munto da vacche allevate in maniera intensiva anche nelle ultime settimane di gravidanza, in cui i livelli di estrogeni sono massimi. Il consumo dell’alimento ricco di ormoni accresce la penetranza dei geni BRCA, oncosoppressori che risultano mutati nel carcinoma della mammella. Inoltre il latte aumenta i fattori di crescita nel sangue, diversi studi hanno dimostrato che l’IGF-1 risulta più alto nelle donne ammalate. Oggi, il cancro al seno presenta uno dei tassi di guarigione a distanza di cinque anni dalla comparsa della malattia più elevati, In passato si sconsigliava di intraprendere una gravidanza dopo un tumore al seno, ad oggi è assolutamente sfatato questo mito; inoltre, è possibile per le donne che hanno subito una mastectomia, allattare il proprio bambino con il seno non interessato dall’evento chirurgico. Un’altra credenza da sfatare è che i deodoranti favoriscano la malattia, spesso sentiamo dire che le sostanze antitraspiranti, come i sali dall’alluminio e i parabeni contenuti all’interno dei cosmetici, sono causa del cancro al seno, non vi sono studi sufficienti a provare tali tesi e anche il National Institute of Health statunitense e l’American Cancer Society hanno smentito chiaramente che gli anti-traspiranti siano una delle principali cause di tumore al seno. Ed eccoci giunti alla fine, con alcuni consigli sulla prevenzione, non vi dirò di mangiare sano, sarebbe scontato. Ricordate che attraverso una corretta nutrizione siamo in grado di migliorare la prognosi di tumore, fate sempre l’autopalpazione del seno, davanti allo specchio o sotto la doccia e in caso notiate alterazioni o presenza di noduli avvisate immediatamente il medico.

Fonte: Fondazione Umberto Veronesi

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